E’ evidente infatti che l’Occidente non può vedere con favore un ritorno dell’influenza russa nell’area centroasiatica, sebbene debba ammettere che essa rappresenta comunque un’area di interesse vitale per la Russia. Date anche le condizioni di estrema difficoltà in cui si affermò, il nuovo regime comunista per l’Asia Centrale fu una calamità fin dal suo primo apparire: anche qui i bolscevichi imperversarono sulla popolazione con l’imposizione del lavoro forzato e con la requisizione di terre, cibo, bestiame e cotone procedendo a razzie ben peggiori di quelle compiute in tempo di guerra dalle truppe zariste. Durante la guerra civile - come sempre dappertutto - le vittime maggiori ci furono fra i contadini che morirono a migliaia sui loro campi devastati e che a centinaia di migliaia tentarono la fuga in Cina. 1. Dell'Asia fanno parte 50 Stati, la Russia è la Nazione più estesa, seguita da Cina ed India. Lago Kaindy, Almaty, Kazakistan Il Kazakistan è il paese più grande dell’Asia Centrale ed è famoso per le sue vastissime praterie e deserti che coprono la maggior parte della nazione. Dopo che il 24 marzo 2005 una filoamericana ‘rivoluzione dei tulipani’ (in altre parti dell’ex-impero sovietico le ‘rivoluzioni’ erano state allora ‘arancioni’) aveva portato alla destituzione del presidente Akayev (accusato di corruzione e di nepotismo) ed il 10 luglio alla trionfale elezione del leader del Partito del Popolo Bakiyev, ancora una volta in pochi anni all’entusiasmo era subentrata la delusione: anche il nuovo presidente si era progressivamente dedicato all’accaparramento dei posti per i suoi famigliari ed i suoi accoliti ed aveva reso il suo governo sempre più autoritario e sempre più corrotto, mentre nella sua politica di ‘privatizzazione’ aveva apertamente favorito le imprese statunitensi. la loro economia venne drasticamente ridisegnata dall’introduzione della produzione moderna (inserita in quella generale dell’Unione Sovietica) al posto dell’agricoltura medievale e del nomadismo precedenti; gli idrocarburi hanno un’alta pressione; Al momento della sua nascita la C.S.I. Una moltitudine di imprese occidentali si è intanto saldamente radicata nelle repubbliche ex-sovietiche e nei suoi mercati e non è disposta a cedere posizioni, soprattutto nei settori delle materie prime. Asia centrale . In realtà la C.S.I. In Asia Centrale furono inventate cinque repubbliche cui vennero assegnati nuovi confini, nuovi governi e tutto un nuovo apparato amministrativo-burocratico essenziale per la loro amalgamazione ed il loro inserimento nel ben più vasto complesso sovietico. La guerra di Crimea aveva mostrato chiaramente che la Russia, dato il suo ritardo nei confronti dei Paesi europei, era un gigante dai piedi d’argilla, così il nuovo zar Alessandro II (salito al trono nel 1855) si diede ad una politica di riforme e di ammodernamento, ma non per questo l’avanzata russa in Asia si fermò, anzi, se possibile, allargò il suo raggio d’azione puntando addirittura alla Cina. I primi a muoversi furono, come sempre, i Russi che nel 1864 occuparono la fascia settentrionale del khanato di Kokand nè mostrarono l’intenzione di volersi fermare. Geografia Asia Territorio Economia Storia Indonesia trapaninfo.it . Anche la Lettonia intanto proclamava la sua indipendenza. La rivoluzione aveva anche lo scopo di trasformare la vita spirituale della società.   Tra queste: la Repubblica del Kazakistan, la Repubblica del Turkmenistan, Uzbekistan, Kirghizistan e la Repubblica di Tagikistan. Kavalam M. Panikkar: “Storia della dominazione europea in Asia” – Einaudi, Torino 1977. Tale politica era stata proseguita e consolidata dai successori Andropov (salito al potere già gravemene malato) e  Cernjenko (già gravissimamente malato) che in Asia Centrale avevano intensificato la lotta estendendola al nazionalismo  (seppur anche alla corruzione dilagante) oltre che, al solito, contro il dissenso e le (solite) ‘influenze occidentali’. dell’Uzbekistan e del  Turkmenistan furono stabiliti nel 1924, quelli del Tagikistan nel 1929 e quelli del Kazakistan e del Kirghizistan solo nel 1936. la società come l’economia ne risultò così completamente trasformata e ridefinita nelle sue componenti sia sociali che etniche. Come si vede, si tratta di una partita complicatissima dagli esiti assolutamente incerti, senza dimenticare che la Turchia stessa, dato il suo imponenente sviluppo economico, ha un crescente bisogno di petrolio e di diversificare le sue fonti di approvvigionamento. Anche se la Russia venne poi fermata da Francia ed Inghilterra, il 14 settembre 1829 il trattato di Adrianopoli, oltre all’indipendenza della Grecia, riconobbe però anche la completa annessione del Caucaso alla Russia. Caucaso/Asia Centrale (Territorio prevalentemente montuoso: (Monti ed…: Caucaso/Asia Centrale Eppure proprio dal Kirghizistan, dal Paese dell’Asia Centrale più martoriato, giunge una nota di speranza: alla fine dello stesso giugno 2010 pur fra molte difficoltà il referendum promesso dal governo ad interim si è svolto ed ha visto i votanti optare con una schiacciante maggioranza per una repubblica parlamentare che riduca quindi i poteri del governo centrale, troppe volte in passato sordo alle esigenze della popolazione e volto unicamente a curare gli interessi della ristretta cricca che lo sosteneva. ), mentre anche in Kirghizistan le percentuali delle morti dovute alla carestia furono insopportabilmente alte. Le truppe stremate rientrarono dopo sette mesi di patimenti, terribilmente assottigliate e ridotte in condizioni miserabili. Con la stabilizzazione dell’U.R.S.S., con la N.E.P. James Morris: “Pax Britannica” – Rizzoli, Milano 1983. Il territorio asiatico comprende tre penisole: Arabia, India e Indocina. Questa situazione si mise in movimento quando, in seguito alla vittoria nella guerra dei Sette anni (1756-63), l’Inghilterra scacciò i Francesi dall’India lasciandola così tutta alla Compagnia delle Indie Orientali e dopo che sotto la zarina Caterina II (1762-96) la Russia raggiunse ed occupò la costa settentrionale del mar Nero (Crimea compresa): da allora fra i due Imperi cominciò una lotta grandiosa per l’Asia Centrale che, spesso connotata da veri e propri aspetti epici, è passata alla storia per gli Inglesi come ‘The Great Game’, il ‘Grande Gioco’, secondo la definizione di Kipling, e per i Russi come ‘Torneo delle Ombre’. non era più in grado di sostenere nè un esercito di quelle dimensioni, nè l’impero interno, nè, tantomeno, quello esterno, nè i costi divenuti proibitivi degli interventi fuori dei suoi confini. Lo scontro russo-inglese si era ormai allargato a tutta l’Asia, mentre i motivi del conflitto non facevano che aumentare, come l’accresciuta importanza del khanato di Kokand (oggi diviso fra Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan) col suo terreno ideale per la coltivazione del cotone che non arrivava più dagli U.S.A. impegnati nella loro devastante guerra di secessione (1860-65). Il versante mediterraneo: la parte che si affaccia sul Ormai i comunisti stessi non esistevano più come tali e, preso atto della nuova realtà, cambiarono posizione con la più totale disinvoltura – ma rimasero al potere. Come in tutte le altre colonie europee, lo sforzo tremendo sostenuto dai Paesi impegnati nel folle ed immane conflitto portò a requisizioni di derrate alimentari, di animali e di merci che venivano gettati senza posa, a piene mani ed a ritmo crescente nell’insaziabile fornace, mentre gli uomini dal 1916, quando le sorti del conflitto peggioravano sempre più, vennero requisiti (questo fu il termine adottato! nacquero repubbliche con confini, lingua, istituzioni, compiti, ecc.   Iniziava l’éra di Eltsin e si chiudeva quella del comunismo mentre anche la Bielorussia e la Moldavia il 25 agosto uscivano dall’Unione Sovietica che ormai non esisteva più. In Kazakistan (su 16,7 milioni di persone i kazaki erano il 42% ed i russi il 38%) la proclamazione dell’indipendenza avvenne il 1 dicembre 1991 ma non portò la  democrazia ed il presidente Nazarbaev, in carica dal giugno 1992, è sempre stato riconfermato senza problemi in elezioni più che sospettate di brogli e di manipolazioni. La fuga dall’Unione Sovietica riguardò naturalmente anche l’Asia Centrale. E con questo siamo arrivati ad un’altra complessità, quella della politica estera. l’Uzbekistan rimane lo Stato chiave della regione, il cuore geopolitico dell’Asia Centrale: qui la pressione sempre più forte dell’Islam militante finora è stata schiacciata dal regime di Karimov mentre la popolazione vive in povertà. Fonte: http://luciogentilini.xoom.it/virgiliowizard/sites/default/files/sp_wizard/docs/S%20-%20ASIA%20CENTRALE_0.doc, Sito web da visitare: http://luciogentilini.xoom.it. I mille cambiamenti imposti con la forza? Non fu un processo semplice e nemmeno lineare: qui non verranno seguiti i vari passaggi ed i vari rimaneggiamenti delle frontiere che si susseguirono per molti anni  e basterà ricordare che i confini definitivi delle R.S.S. I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. L’avvento del regime del mullah Omar in Afghanistan dal 1996  e l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 hanno tuttavia complicato e cambiato l’intero quadro e l’intera strategia: il Pakistan dovette appoggiare la guerra degli U.S.A. e dei loro alleati, assistere alla caduta del mullah Omar, all’instaurazione di un governo filo-occidentale ed all’occupazione occidentale dell’intero Afghanistan. Naturalmente sia russi che inglesi si servirono ogni volta che poterono di abitanti del luogo e guide indigene (come i leggendari ‘pandit’ indiani), ma questo nulla toglie alla loro determinazione ed al coraggio dimostrati a volte a costo della vita. Per loro il comunismo era solo la veste ideologica da indossare dato il sistema nel quale erano inseriti, così come oggi lo sono il nazionalismo, la democrazia e forse l’Islam. Il disastro era stato completo, ma la tragedia terminò solo l’11 ottobre quando, dopo ulteriori ed inutili ritorsioni, vendette e disordini di tutti i tipi, la prima guerra afghana terminò col ritiro definitivo degli inglesi ed il ritorno del deposto re, Dost Mohammed, sul trono di Kabul. Come dappertutto fecero gli europei, anche i Russi si presentavano agli indigeni centroasiatici come portatori di una cultura e di una civiltà superiori, tuttavia, data anche la contiguità territoriale e la convinzione che la conquista era ormai un fatto compiuto ed incontrovertibile, per essi si pose anche il problema di amalgamare tutte quelle genti e quelle regioni in un unico organismo. L’U.R.S.S.  riuscì a resistere ed a respingere l’invasione nazista (e giapponese) grazie  al patriottismo (soprattutto russo) che permise di sopportare immensi sacrifici: dopo gli svedesi di Carlo XII (1707-09) e la Grande Armée di Napoleone (1812), era la terza volta nella sua storia che un’invasore veniva ricacciato e distrutto, ma questa volta era l’Unione Sovietica con tutto il suo mosaico di popoli che riuscì nell’impresa e ciò non sarebbe stato possibile senza il senso di unità e la forza produttiva che Stalin era riuscito a costruire pur coi suoi sistemi. Mentre le armate naziste avanzavano trionfalmente e l’Armata Rossa passava di disfatta in disfatta, gli operai ed i tecnici delle fabbriche smontavano freneticamente i preziosissimi impianti industriali (che erano costati tanti sacrifici) e li spedivano frettolosamente in vagoni merci  nelle remote e più sicure aree dell’Asia Centrale ed al di là dgli Urali perchè potessero essere riassemblati ed immediatamente riutilizzati per il colossale sforzo produttivo  -  ed essi dopo la conclusione della guerra vennero lasciati là dove erano stati portati. In queste pagine non avrebbe senso ripercorrerne le (peraltro notissime) fasi e ci si limiterà quindi a metterne in luce gli aspetti particolari che la caratterizzarono in Asia Centrale. Fisicamente l’Asia è strutturata in modo complesso. il ‘nuovo grande gioco’; Si riteneva che la repubblica (2,7 milioni di kmq., nove volte l’Italia) fosse sufficientemente vuota di popolazione per poter procedere senza problemi con questi esperimenti. Circa la metà dei turchi non vive in Turchia: alla netta maggioranza di turchi in Turkmenistan, Kazakistan, Uzbekistan e Kirghizistan, vanno aggiunti quelli dell’Azerbajian, gli Azeri in Iran (25%), i Tatari in Russia ed in Ucraina, gli Uzbeki in Tagikistan ed in Afghanistan, gli Uiguri nello Xinjiang (50%) e quelli emigrati in Europa (soprattutto in Germania). Questi indubbi duri colpi non hanno infatti fermato Mosca che, oltretutto, è giunta a contestare addirittura le rivendicazioni kazake sulla sovranità sulla parte del mar Caspio su cui pure si affaccia: questa questione coinvolge anche Turkmenistan ed Azerbaijan, ciascuno dei quali rivendica il controllo sulle acque caspiche di sua prospicienza mentre la Russia afferma invece che lo status del mar Caspio venne ufficialmente regolato prima ancora della seconda guerra mondiale fra gli unici due Stati che vi si affacciavano, Iran ed Unione Sovietica, secondo il diritto internazionale vigente (limite delle acque territoriali a 12 miglia dalla costa e sfruttamento comune oltre quel limite); ora, continua la Russia, il fatto che l’U.R.S.S. Salito al trono nel 1894 il nuovo zar Nicola II aveva però ormai piani diversi e puntava all’Estremo Oriente fino al Pacifico mentre la più grande linea ferroviaria del mondo, la Transiberiana, era in via di costruzione partendo contemporaneamente dalle due estremità - Vladivostok e Port Arthur a est e Pietroburgo a ovest. Limes: “Il ritorno del sultano” – Gruppo Editoriale L’Espresso, Roma 2010. Comunque, se l’installazione sul trono di Kabul di Shujah fu un successo inglese non per questo la partita era terminata! ), saldamente controllate da funzionari di partito, portarono con sè tutta l’organizzazione burocratica ed amministrativa degli stati moderni europei, con tutti i loro sistemi di controllo e di inquadramento della società, ed anche questa era una novità in questa regione abituata agli spazi aperti, alla natura selvaggia e spesso alla vita errabonda: lo zarismo in questo senso era stato molto meno invasivo e più disposto (anche per mancanza di mezzi) a lasciare che le varie società seguissero il loro sistema di vita tradizionale. Proseguendo la navigazione senza modificare le impostazioni del browser, accetti di ricevere tutti i cookies del sito web www.riassuntini.com, I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. Ebbene, alla domanda come giudicare tutto ciò la risposta è semplice: questi popoli sono stati conquistati con la violenza delle armi, costretti con sistemi terribili a cambiare il loro sistema di vita, derubati, asserviti, indottrinati, trascinati in guerre con cui non c’entravano nulla ... insomma, hanno dovuto sopportare tutte le immonde ingiustizie (come tutti gli altri popoli coloniali) anche se il progetto nei loro confronti rimaneva pur sempre quello di una loro integrazione e numerosi passi erano fatti in questa direzione. Si apriva ora una pagina del tutto nuova nei rapporti fra le due potenze che nello stesso anno vide l’ingresso dell’Inghilterra nell’alleanza franco- russa e la nascita quindi della Triplice Intesa: era ora il Reich guglielmino con la sua politica espansionistica a tenere banco ed a costringere i due antichi rivali ad unire le loro forze. anche in Asia Centrale infine il culto della personalità di Stalin, la indiscriminata repressione del (vero o presunto) dissenso, il terrore e l’universo concentrazionario del G.U.Lag. Il C.U.P. Ancora una volta, le sue (e non solo sue) motivazioni erano evidenti: arrivare per primi (ed unici) alle ricchezze ed ai mercati dell’Asia Centrale (con particolare attenzione al cotone), battere sul tempo e/o espellerne gli Inglesi, rifarsi in Asia delle sconfitte e degli arresti subiti in Europa e poter minacciare da lì l’Inghilterra. Era insomma necessario trovare una sorta di via di mezzo che permettesse ai nuovi stati in formazione di evitare di soccombere sotto il peso di problemi troppo onerosi per essere affrontati ognuno da sè: fu per questo che l’8 dicembre 1991 i presidenti di Russia, Ucraina e Bielorussia si incontrarono nei pressi di Brest (in Bielorussia) per coordinarsi e mantenere tutta una serie di rapporti essenziali fra loro in quella che con l’accordo di Belovez sarebbe stata chiamata Comunità di Stati Indipendenti (C.S.I. l’Impero russo – impero di terra – dopo aver occupato anche la sterminata Siberia, premeva ora sul Caucaso con l’intenzione non solo di conquistarlo, ma anche di scavalcarlo per procedere poi – partendo da lì e dalla Siberia stessa - ad un’ inarrestabile marcia di conquista in direzione dell’India britannica e dell’oceano Indiano. Anche ufficialmente erano finiti un’epoca ed un impero:  tre giorni dopo Gorbaciov si dimise e sulla torre del Cremlino la rossa bandiera comunista cedette il posto al tricolore russo. La convenzione anglo-russa che aveva concluso il Grande Gioco aveva posto l’intera Asia Centrale (ad eccezione dello Xinjiang rimasto alla Cina) all’interno dell’Impero russo che aveva così raggiunto un’estensione immensa: trascurando il fatto che gli emirati di Buchara e Khiva erano formalmente vassalli, le colonie interne dell’Asia Centrale si estendevano ora per quasi 4 milioni di kmq. Ed è quest’ultima che va ora presa in considerazione. infine non bisogna dimenticare che, a differenza del Golfo Persico (o Arabico) e dell’Africa, il Caspio è un mare chiuso senza sbocchi su mari aperti e quindi non è facile né sempre economicamente molto conveniente esportare il suo petrolio ed il suo  gas  sui mercati mondiali,. Intanto i Russi sotto la guida del sanguinario generale Skobelev riuscivano nel loro intento di occupare la strategica roccaforte turkmena di Geok-Tepe compiendovi un orrendo bagno di sangue in un’orgia di violenza. Nella tabella seguente sono riportati tutti gli 8.000 e gli altri monti più importanti e significativi d'Asia; nelle note ne trovate il motivo, le cime più alte sono tutte nell'Asia centrale, in altre parti del Continente non si raggiungono infatti elevazioni così imponenti. Isaac Newton. Tuttavia  questa campagna, per quanto portata avanti con decisione, si fondava su un piano largamente irrealizzabile e contro natura: così dopo aumenti iniziali di produzione (che servirono a Kruscev ed a Breznev, allora segretario della repubblica,  per rafforzarsi al potere) presto il terreno friabile della steppa cominciò a venir spazzato via dal vento e dai temporali vanificando tanti sforzi e tante speranze. venisse proclamata la libertà religiosa, in realtà le Chiese, il clero e la fede stessa furono perseguitate e represse: giudicata ‘oppio dei popoli’ la religione – non solo l’Islam – era considerata pericolosa fonte di identità ed elemento di coagulo di opposizione al nuovo regime ed alla sua  volontà di dominio totalitario dei corpi e delle anime.     Anche i dati di una tragedia come questa servono a comprendere le durezze dello scontro e l’ignoranza della geografia dei luoghi. Il Paese ha anche vaste risorse minerarie tanto che in epoca sovietica vi venivano estratti ben 80 diversi minerali. fino al lago d’Aral settentrionale) e gli Inglesi presero possesso del Sind (nel basso Indo, oggi in Pakistan ), del Punjab (sempre in Pakistan) e del Kashmir (nell’India settentrionale) consolidando così il loro dominio fino ai confini afghani. Il territorio è suddiviso in due sub-regioni: -Asia caucasica che è prevalentemente montuosa -Asia centrale dove prevalgono le vaste pianure steppose e aridi altipiani. Nel decennio seguente le rispettive avanzate continuarono seppur in modo meno eclatante: i Russi arrivarono al Syr-Darya (che dalla confluenza di altri due fiumi, uno che nasce in Kirghizistan e l’altro in Uzbekistan, scorre verso nord per 2.212 km. E furono queste a trovare terreno di coltura e sviluppo quando la situazione nell’area cominciò a degenerare: nel dicembre 1979 l’U.R.S.S.  invase sconsideratamente l’Afghanistan e gli U.S.A., d’accordo con le autorità militari di Islamabad e col suo servizio segreto, l’I.S.I. E’ tuttavia importante ricordare che questi uomini rimasti al potere erano espressione delle forze e degli equilibri politici tradizionali delle società centroasiatiche: essi non erano al potere perchè comunisti ma perchè spesso rappresentavano i vertici tradizionali, sia feudali che tribali, delle loro comunità etnico-culturali. I regimi che governano i Paesi che la compongono (e nemmeno queste divisioni  sono state operate dai centroasiatici) sono frutto della concitazione del momento, quando chi – in precedenza designato, o perlomeno accettato, da Mosca - era al governo si è imposto con la forza arraffando tutto quel che c’era da arraffare. Dopo molte peripezie e colpi di scena, finalmente nel giugno 1838 fu firmato un patto di amicizia perpetua fra il governo inglese, il sikh Ranjit Singh e l’aspirante al trono afghano Shujah: era prevista poi anche una spartizione condivisa dei territori. Come ultimo tassello di cecità politica, Cernjenko, ormai ad un passo dalla morte (marzo 1985), aveva deciso di affidare a slavi le cariche principali nelle repubbliche centroasiatiche e di riempire ancor più di prigionieri politici gli intramontabili campi di lavoro. Il B.TC. Se prima le gestivano, ora le possiedono! Decisi a non dover più correre simili rischi e non fidandosi del trattato, il 21 novembre 1878 gli Inglesi invasero così l’Afghanistan: cominciava  la seconda guerra afghana destinata a concludersi velocemente col trattato di Gandamak (26 maggio 1879) che assicurava vantaggi decisivi agli invasori. Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. E tuttavia le vicende degli ultimissimi anni, definitivamente messe in luce poi nei convulsi giorni del tentato golpe, avevano anche mostrato l’impossibilità per le repubbliche di rimanere parti di un’unica formazione politica. Su tutti questi  –  di cui oltretutto Stalin diffidava da sempre – cadde  inesorabile la sua mannaia ed a volte interi governi regionali vennero eliminati con un colpo solo. Il processo di costruzione di queste nuove realtà repubblicane venne  portato avanti in profondità anche dal punto di vista culturale: anche se l’arrivo diffuso e continuo di russi e di slavi portò a commistioni etniche; anche se i contorni delle repubbliche non racchiudevano popolazioni omogenee e compatte ed al loro interno numerose fossero le minoranze etniche centroasiatiche; tuttavia la lingua di ogni nazionalità fu definita e precisata (anche dal punto di vista letterario) e fu solo allora che, per esempio, il kirghiso divenne anche lingua scritta e ricevette un suo alfabeto. Anche in Kirghizistan (su 4,4 milioni di persone i kighizi erano il 52,4%, i russi il 21,5%  e gli uzbeki il 13%), nonostante il sorgere di vari movimenti ed associazioni fra cui si segnalò Ashar (‘Aiuto reciproco’), le elezioni del 1990 erano state vinte dai comunisti, ma l’insorgere di disordini - fra cui quello interetnico sanguinoso fra kirghisi ed uzbeki nella città di Osh – avevano portato alla presidenza Askar Akaev che, riformatore e liberale, si mise subito al lavoro, l’anno seguente sciolse il partito comunista, il 31 agosto proclamò l’indipendenza e alla fine dell’anno portò il suo paese nella C.S.I.. Nel 1993 una nuova costituzione ha ulteriormente ammodernato il Kirghizistan che, sempre sotto la guida di Akaev, ha svolto una attiva politica estera filoccidentale culminata nel 2002 colla costruzione vicino alla capitale Bishkek di una base aerea U.S.A. contro i talebani del vicino Afghanistan. Quando si parla di politica estera dei Paesi dell’Asia Centrale gli elementi da tenere in considerazione sono almeno quattro: Giuseppe Boffa: “Storia dell’Unione Sovietica”  -  A. Mondatori, Milano 1976. Probabilmente un successo decisivo per questa nuova politica potrebbe venire dalla soluzione da parte turca dell’imbroglio afghano: solo la Turchia si presenta infatti come un interlocutore credibile per l’Iran, l’Occidente, il Pakistan e per gli Afghani stessi (il 1 marzo 2003 la Turchia ha rifiutato che truppe americane dirette in Afghanistan passassero per il suo territorio): effettivamente Erdogan si sta muovendo in questo senso, ma la situazione è purtroppo ancora bloccata nè si intravede una via d’uscita se non nei discorsi propagandistici dei politici occidentali. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile. Solitamente … Nell’attuale  Uzbekistan Taskent fu occupata dai bolscevichi subito dopo la rivoluzione d’Ottobre e ne divenne il centro direttivo; nel dicembre del 1918 riuscì a liberarsi sotto la guida del russo bianco Nazarov, ma di lì a poco i bolscevichi riuscirono a ritornare al potere con un bagno di sangue. L’East-West Energy Corridorè infatti un sistema integrato di gasdotti ed oleodottiche collega il B.T.C. (Inter-Service Intelligence), non solo armarono i guerriglieri resistenti, i mujahidin, ma perseguirono una deliberata politica di diffusione delle idee islamiste radicali (non solo in Afghanistan, ma anche in Asia Centrale!) Ebbene, se la Turchia deve oggi allargare a tutto il mondo turcofono ed islamico il suo raggio d’azione, se deve aprirsi alla sua economia ed alla sua cultura, tutto ciò va abbandonato o comunque ridimensionato: oltre a risolvere tanti altri problemi coi suoi vicini ed al suo interno, la Turchia deve aprire le sue frontiere ed il suo esercito deve tornare in caserma, come è stato deciso colla storica vittoria del leader del nuovo corso turco Erdogan (58% dei voti) nel referendum da lui voluto il 12 settembre 2010 – trent’anni dopo l’ultimo colpo di stato militare. E non bastava ancora perchè i Russi, eccitati e trascinati dal successo, riuscirono a sconfiggere anche i Turchi (coi quali lo scontro era endemico per Istanbul e gli Stretti): anche questi vennero scacciati dal Caucaso,  poi nel 1829 persero Erzurum e due mesi dopo Edirne (Adrianopoli). Ma non si può che continuare a ripetere che questa fu un’operazione artificiale e calata dall’alto (come del resto tutta l’edificazione dell’U.R.S.S. Ogni proprietà privata andava abolita– ove non lo fosse già – e sostituita con grandi aziende statali. Tuttavia, se il problema delle minoranze russe è il più rilevante ed appariscente, i nuovi Stati sono ben lungi dall’omogenenità etnica anche a causa delle numerose  minoranze centroasiatiche presenti al loro interno. (Caspian Pipeline Consortium) lungo 1.500 km., così  ora anche il Kazakistan si aggiunge ai Paesi del B.T.C. Il loro grottesco tentativo nasceva dalla convinzione che fossero le riforme di Gorbaciov ad aver minato e sconvolto il Paese e non si rendevano conto che stavano scambiando le cause con gli effetti e che lo status quo era divenuto insostenibile.
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